scout loresRitengo incredibile come la vita a volte ti faccia entrare in contatto con realtà nuove, che non avevi mai immaginato. Ebbene sì, sono una di quelle persone che del mondo scout avevano a malapena sentito parlare: quante volte mi è capitato passare con la macchina vicino ad interminabili gruppi di giovani che, camminando sul bordo della strada, con un paio di pantaloncini corti e quasi sempre inzuppati fino alle orecchie, cantavano a squarciagola, sommersi sotto il peso di uno zaino immenso. Ecco, direi che è proprio questo il momento in cui ti poni una domanda fondamentale: “Ma questi pazzi, in pieno inverno, con i pantaloncini corti, sotto la pioggia, cosa avranno mai da cantare? Ma soprattutto, è domenica mattina! Con questo freddo siberiano, loro vanno a fare una passeggiata?
Siamo sinceri per un attimo con noi stessi: alzi la mano, chi non conosce cosa significa essere uno scout! Ma soprattutto, alzi la mano chi certe domande non se le è mai poste!
Colui che sta scrivendo l’articolo, è proprio una di quelle persone che fino a poco tempo fa certe domande se le poneva, eccome.
Poi un giorno qualcosa cambia, o meglio, può capitare nella vita di conoscere persone (un nome a caso, Erika), che conoscono altre persone (facciamo altri nomi a caso, Mario, Maria, etc), che in qualche modo riescono a leggere dentro di te, e soprattutto riescono a scoprire e a far emergere quel lato nascosto, forse primordiale, che ti lega a certi valori imprescindibili, agli spazi aperti, all’avventura, alla natura, la stessa “natura” che per migliaia di anni ha saputo cullare e custodire tutti noi.
Accettare di partecipare anche solo per qualche giorno al mio primo campo di reparto è stata la conferma di quanto fosse bello tornare, anche se per un tempo limitato, tra le braccia della natura, che sa regalarci con i suoi scorci ed i sui panorami uno dei piaceri più belli della vita. Ma il piacere della natura e della scoperta, riesci a viverla fino in fondo solo se la condividi con altre persone che sanno osservare la bellezza delle cose che ci circondano con lo stesso stupore.
Ho iniziato l’esperienza Scout (alla mia “tenera” età), perché credo fortemente in alcuni valori fondamentali che purtroppo nel tempo si stanno perdendo, ma anche per il piacere di una rinnovata voglia di stupirmi e riscoprire la soddisfazione della semplicità. Purtroppo la società moderna è ricca di esempi negativi: quante volte seguire certi valori diventa sinonimo di “essere diverso” o peggio “andare contro corrente”.
Credo che ognuno di noi abbia la possibilità di scegliere, e soprattutto di fare nel suo piccolo qualcosa per cambiare il mondo in meglio. Vorrei che tutti avessero questa consapevolezza (vorrei che tutti fossero un po’ scout), perché in fondo tutti viviamo su questa terra, e tutti ci lamentiamo quotidianamente per quello che non funziona senza fare nulla. Io vorrei essere uno scout, perché ho deciso di essere parte integrante di un cambiamento, perché voglio vivere in un mondo migliore, in una società nuova che sappia guardare intorno a se e porgere la mano anche al più umile, al più indifeso senza lasciarlo indietro, pensando “tanto ci penserà qualcun altro”. Quel “qualcun altro” voglio essere io.
Le considerazioni sono tante, diciamo pure infinite… e nel frattempo ti ritrovi improvvisamente con un paio di calzoncini corti, una camicia azzurra, ed un fazzolettone al collo, a cantare sotto la pioggia con il sorriso, consapevole che non esiste un buono o cattivo tempo… ma solo un buono o cattivo equipaggiamento.
Claudio Bertolo