di Donatella Magnani (Dodi)

Mi è stato chiesto di parlare del Presepe Vivente avvenuto nella Chiesa delle Sorelle dell’Immacolata di don Domenico Masi lo scorso 23 dicembre. E lo scrivo oggi, 6 gennaio, giorno della Festa dell’Epifania, lasciandomi guidare dalla bellissima omelia di Papa Francesco (Solennità dell’Epifania del Signore – 6 gennaio 2022) che, ascoltandola, mi ha pro-Vocato tantissimo. E’ la Stella da cui mi farò guidare nello scrivere questo articolo.

Diceva il Papa: “I Re Magi si lasciano inquietare da una domanda e da un segno: «Dov’è colui che è nato? Abbiamo visto spuntare la sua stella. Questa sana inquietudine, che li ha portati a peregrinare, da dove nasce? Nasce dal desiderio. Ecco il loro segreto interiore: saper desiderare.”

A ben pensarci forse il segreto della bellezza, della novità e della forza del nostro Presepe, che ha attraversato la storia di Miramare in questi 19 anni, sta proprio in questo “segreto interiore” che ci spinge a desiderare e a cercare oltre l’immediato, oltre il visibile”, nel punto di consapevolezza personale a cui ciascuno di noi è arrivato.

 Sono insegnante, il soggetto che ha dato vita e che ha condotto il nostro Presepe è formato da insegnanti e da educatori, da persone che sono chiamate, per vocazione anche professionale, ad ‘in-segnare’ a lasciare segni nei propri alunni, desiderando riconoscere i segni, e ad e-ducere, a tirar fuori, ma che cosa? Il gusto del vivere, di conoscenza e di esigenza di senso, che nei più piccoli e nei giovani è così evidente!

Ma – continuava il Papa – lasciamoci inquietare anche dagli interrogativi dei bambini, dai dubbi, dalle speranze e dai desideri delle persone del nostro tempo. La strada è lasciarsi interrogare”.

Abbiamo seguito la stella

Sì, anche per immaginare questo nostro Presepe 2021 ci siamo lasciati “inquietare”, desiderando riconoscere dove ci conduceva ‘la Stella’ e quali segni ci avrebbe indicato quest’anno. Non abbiamo quindi inventato nulla, abbiamo solo seguito il cammino che ‘la Stella’ ci suggeriva.

Certamente il primo grande segno è stata la possibilità, totalmente inaspettata, che è stata data a me e a Letizia di poter partecipare il 29 agosto scorso alla V° Centenaria Incoronazione della Madonna di Oropa. E lì, in quel giorno, la Madonna ha ricevuto un nuovo manto, lungo 25 metri composto da 15.000 pezzettini di stoffa inviati ad Oropa, tra cui anche quello del nostro Presepe, che avevamo inviato nel 2019 “per consegnare a Maria e alla Storia il Mistero e la Bellezza di questo nostro Presepe, ma soprattutto per consegnarLe la vita di ogni persona “trascinata” dentro questa avventura”, come ho avuto modo di dire la sera della diretta del presepe. “Noi eravamo lì con gli occhi spalancati quasi a ricercare tra i tanti pezzettini, il nostro. Sì, lì eravamo presenti solo io e Letizia, ma con noi c’erano tutti, c’eravate tutti, tutti e ciascuno”.

Lì era evidente, e commovente, che c’era un luogo dove desideri, fatiche, prove, sofferenze potevano essere consegnate in Buone Mani.

Mi chiedo, del resto, che senso avrebbe tutto il cammino dei Re Magi, il loro desiderio, il seguire con tenacia la ‘Stella’, se non ci fosse stata Quella Grotta, se non ci fosse stata una meta reale, fisica, un luogo dove poter consegnare i propri doni e con essi tutto di sé?

Siamo tornate da Oropa dicendoci che ecco, questo sì, dovevamo ‘insegnarlo’ ai nostri bambini e ai nostri ragazzi, era necessario. Perché è necessario lasciare il ‘segno’ di questa speranza. Come fare?  ‘Educandoli’ a ‘tirar fuori’ dalla quotidianità un pezzo di stoffa per loro significativa, unica, e con essa a ‘tirar fuori’ anche quei desideri semplici e teneri dei bambini, quel desiderio profondo e ‘segreto’ dei cuori grandi che si affidano.

Ecco, la nostra coperta per Gesù Bambino, lunga tre metri e mezzo, nasce da qui, da questa intuizione e dal desiderio di insegnare, testimoniare e far vedere che esiste nella storia, anche in quella di oggi, un Luogo, una Grotta e un Bambino a cui poter consegnare desideri e speranze, le fatiche e le cose più care.

In quel dialogo confidenziale che ho voluto pronunciare quella sera al Presepe, dicevo: “Tu, Gesù, nasci per noi e tra noi, e ci porti il dono della Speranza, quella Speranza che ci assicura che tutto è per sempre. Tu ascolta ed esaudisci.”

E che bello è stato quello che abbiamo visto accadere nelle nostre scuole: mettere insieme il proprio pezzettino con quello degli amici e delle maestre, vedere come nell’unire il proprio pezzetto di stoffa con quello dell’altro, piano piano si andava a realizzare qualcosa di inaspettato, di bello, di grande, e i primi ad esserne sorpresi eravamo proprio noi.  “La vita è davvero un pezzetto di tutti – ci scriveva un’amica che ha collaborato con noi- ma tu sei l’amica che cuce ogni “noi” sul manto di Maria!

Il Papa diceva questa mattina: “Desiderare è accogliere la vita come un mistero che ci supera, come una fessura sempre aperta che invita a guardare oltre, perché la vita non è “tutta qui”, è anche “altrove”. È come una tela bianca che ha bisogno di ricevere colore”. Quel telo bianco ha “ricevuto colore”, quello di ciascuno di noi, fino a diventare quella copertina che ha scaldato Gesù Bambino, Lo ha reso felice, quasi non attendesse altro che di ricevere tutti i nostri desideri.

Il Papa ci ha detto“…solo Gesù risana i desideri. Da che cosa? Li risana dalla dittatura dei bisogni. Il cuore, infatti, si ammala quando i desideri coincidono solo con i bisogni”.

La copertina regalata a Gesù quella sera del 23 dicembre era grande perché “così la possono usare anche Maria e Giuseppe per scaldarsi, tutti avvolti dal nostro amore, ma anche tutti noi avvolti da un amore infinito, di un Dio che si fa Bambino, anche oggi, e lo fa avendo a cuore ciascuno di noi”.

L’incontro con la figura di Don Masi

La Stella che abbiamo seguito quest’anno ha avuto anche la caratteristica di un secondo grande segno: quello dell’incontro con la figura di Don Masi. L’incontro con la sua storia passata e con quella presente delle sue “figlie”, le Sorelle dell’Immacolata, ci è sembrata da subito una grande benedizione, quasi che Don Masi stesso gradisse e benedicesse dal Cielo tutto quello che era accaduto in questo 19 anni, in quella che è stata la ‘sua’ terra di missione, quella che il Signore attraverso il suo Sì e la sua opera, ha fatto nascere e crescere: Miramare.

Conoscere la sua avventura umana, anche attraverso la Mostra a lui dedicata “Un amore grande come il mare” inaugurata alla presenza del Vescovo, Mons. Francesco Lambiasi, il 7 dicembre scorso, ci aveva da subito affascinato e coinvolto, per cui ci siamo detti: “Andiamo a scuola da don Masi, lasciamoci condurre da lui quest’anno nel costruire il nostro Presepe!” E’ bastato solo un po’ lasciarci prendere da questa intuizione che ci accade di incontrare proprio uno che assomiglia fisicamente tanto a don Masi, Maurizio. E dove lo incontriamo? A casa mia, tra le persone che ospito qua. Maurizio i primi di luglio per motivi di lavoro ha dovuto trasferirsi dalla Calabria e per vie misteriose mi arriva la richiesta di ospitarlo. Ne ho la possibilità e lo faccio. E mentre un pomeriggio di ottobre, attorno al tavolo di casa mia, stavamo tentando di dare una immagine al nostro Presepe a partire dai due segni che ho appena raccontato, entra in casa Maurizio. Giampiero Pizzol, coinvolto con Letizia nella realizzazione della mostra su don Masi, lo fissa ed esclama: “E’ don Masi!”. E lo diceva riconoscendone la grande somiglianza. Maurizio ha poi accettato di coinvolgersi con noi in questa avventura. E così la mia cucina è diventata la ‘canonica di don Masi’ dove si sono svolte le riprese mandate in onda durante il periodo di Avvento.

A proposito di riprese, il Presepe di quest’anno ci ha fatto anche un grande dono: Matteo, 15 anni, appassionato di telecamere e video, che ha messo a disposizione tutte le sue attrezzature, e con esse tutto se stesso coinvolgendo anche i suoi amici. La prima volta che l’ho chiamato Matteo mi ha risposto: “E’ da un anno che attendo la tua telefonata!” Sono rimasta impressionata: un giovane cuore, appassionato, generoso, che attende da un anno, fiducioso, di essere chiamato per essere anche ‘professionalmente’ protagonista di questa esperienza che lo ha coinvolto sin da piccolo. Che Miracolo! E che bel regalo!

Il Papa oggi concludeva la sua omelia dicendo: “Come i magi, alziamo il capo, ascoltiamo il desiderio del cuore, seguiamo la stella che Dio fa splendere sopra di noi. E come cercatori inquieti, restiamo aperti alle sorprese di Dio”.

Sì, possiamo dire che tra le ‘sorprese di Dio’ c’è sicuramente anche il nostro Presepe Vivente di quest’anno.

E noi continuiamo ad aiutarci, insieme, a seguire la Sua Stella nelle forme e nei segni che ci indicherà, e “ricordiamoci questo: il viaggio della fede trova slancio e compimento solo alla presenza di Dio. Solo se recuperiamo il gusto dell’adorazione, si rinnova il desiderio. Il desiderio ti porta all’adorazione e l’adorazione ti fa rinnovare il desiderio. Perché il desiderio di Dio cresce solo stando davanti a Dio.” (Papa Francesco)

Buon cammino e buon anno!

Con gratitudine, Dodi