Verso il Sinodo dei giovani, Roma 11-12 Agosto 2018

di Giacomo Masi

pellegrinaggioRoma<< Troppo spesso si parla di giovani senza interpellarvi. Anche le migliori analisi sul mondo giovanile, pur essendo utili, non sostituiscono la necessità dell’incontro faccia a faccia.
Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi a distanza di sicurezza, così da non farsi provocare da voi. Ma non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche.
I giovani vanno presi sul serio! Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti>>.
Queste le parole con cui Papa Francesco ha indetto il sinodo dei giovani, in preparazione al successivo sinodo dei vescovi che si terrà il prossimo Ottobre. Queste le parole che hanno messo in moto migliaia di giovani di tutta Italia, pronti a far sentire la propria opinione, disposti a contribuire ad un cambiamento. Papa Francesco ha infine chiesto di mettersi in cammino concretamente, affiancando al sinodo un’esperienza di pellegrinaggio.

Come molte diocesi, anche quella di Rimini si è mobilitata e la pastorale giovanile ha proposto un cammino verso La Verna. Sulle orme di S. Francesco, con ben 65 giovani abbiamo caricato lo zaino in spalla e ci siamo messi in cammino. Questo doveva essere il sinodo per e di tutti i giovani, dal quale nessun giovane doveva sentirsi escluso, così fra i tanti pellegrini erano presenti anche alcuni ragazzi “speciali” appartenenti alla Papa Giovanni XXIII.
Insieme abbiamo vissuto la quotidianità, abbiamo sperimentato la fatica del sentiero e dell’accoglienza del fratello che ci stava accanto. Insieme abbiamo osato, e dopo 5 giorni e 117 km abbiamo raggiunto La Verna, meta intermedia del nostro viaggio. Ci siamo trasferiti poi a Roma, dove insieme a tutti i giovani italiani abbiamo incontrato il Papa.
Francesco ha parlato di sogni, ci ha invitato ad essere pellegrini sulla strada dei nostri sogni, rischiando su quella strada. Ci ha invitato a rispondere ai mille quesiti che incombono su noi giovani, ci ha sollecitato a dare risposte positive che non si possono dare con le parole ma rischiando noi stessi nella testimonianza.
Ci ha spinto a “non accontentarci del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila”, spronandoci a rimboccarci le maniche e ad “essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”(Ghandi). Il Papa è stato in grado di valorizzare i nostri sogni, quelli che aprono il nostro sguardo, che ci aiutano a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. Spesso però si fatica ad allargare gli orizzonti, uscendo dal proprio individualismo. Ma come ci è stato detto, i veri sogni, quelli autentici, sono i sogni del ‘noi’. I nostri sogni sono grandi, includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono e generano nuova vita. Noi giovani dobbiamo essere capaci di sognare, abbiamo l’importante compito di sognare in grande ed essere maestri nel sogno con la testimonianza.
“Questo è il sinodo dei giovani e noi tutti vogliamo ascoltarci, ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa da dire ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa!”