di Giuseppe Zema

Il cero pasquale è un simbolo molto importante, ogni anno viene acceso per la prima volta dal sacerdote al fuoco benedetto durante la veglia della notte di Pasqua. Rimane acceso per tutto il tempo di Pasqua e poi utilizzato solamente in due particolari momenti: durante i battesimi e durante i funerali a significare che la luce di Cristo illumina i momenti fondamentali della nostra esistenza.
La tradizione lo vuole di pura cera d’api e su tutta la lunghezza ci sono dei segni e dei disegni che ci parlano della forza e dellail cero Pasquale presenza del Signore, ma sempre riusciamo a spiegare cosa siano.
Racchiusi tra le lettere Alfa e Omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, ad indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose, si trovano tutti gli altri segni e simboli presenti sul cero:
– L’agnello pasquale sostiene nella zampa destra la banderuola crociata, simbolo di Cristo, e poggia l’altra zampa anteriore sul Libro dei Sette Sigilli citato nell’Apocalisse.
– Ad ogni estremità della croce, che ci ricorda la passione e la morte di Cristo, sono infitti cinque grani di incenso ad indicare le piaghe di Gesù alle mani, ai piedi e al costato. All’esterno dei quattro bracci sono invece poste le cifre che compongono l’anno in corso, in questo caso il 2019.
Il cero ha dunque una valenza molto forte nella veglia pasquale in cui buio e luce sono fortemente presenti: “Io sono la luce del mondo” dice Gesù, la luce che disperde le tenebre, che le squarcia. Tutti, nella notte della veglia di Pasqua hanno attinto la luce per la propria candela al cero acceso dal sacerdote, tutti hanno preso la luce per illuminare la propria vita, la propria esistenza, da Cristo che è Egli stesso luce.