2 giorni di formazione per educatori a Casa di Sandra – 10/11 gennaio 2014educatori lores
ANCHE GLI EDUCATORI “SI EDUCANO”

L’11 e il 12 gennaio tutti gli Educatori ACR hanno trascorso 24 ore insieme nella Casa di Sandra, a Marina Centro, per “lasciarsi educare” dalla Parola: tempo assolutamente necessario per “ricaricare le batterie”, perché non si può donare ciò che non si ha o non si è.
24 ORE: un tempo prezioso per fermarsi, per assaporare il gusto di vivere insieme un momento privilegiato fuori dai gruppi nei quali svolgiamo il nostro servizio di educatori. Tempo di revisione e valutazione del vissuto, tempo di analisi e di programmazione del futuro, tempo di gioco, tempo di sana e ghiotta cucina della Roby, tempo di ore piccole e tante chiacchiere notturne, tempo per lasciarsi accendere dalla lettura e dalla meditazione della Parola, tempo per vivere l’Eucarestia come centro della nostra storia personale e culmine del nostro operare fra i piccoli…
Ventiquattro  lunghissime, pienissime, ricchissime ORE  che ci hanno lasciano nel cuore la consapevolezza del dono bello che siamo l’uno per l’altro e delle meraviglie che Dio sta operando in ciascuno di noi. Gesù stesso ci educa mostrandoci i suoi gesti e le sue parole, è Lui il RIFERIMENTO a cui ogni educatore  è chiamato a guardare: “ama i più piccoli come Io ti ho amato”.
Impossibile raccontare quanto sia stato bello per noi adulti, scoprire quanto i “giovani educatori “ siano maturati in questi pochi anni di servizio …
A tutti gli educatori giovani e adulti, di AC e non, e a tutti coloro che desiderano mettersi in gioco insieme a noi, dedichiamo queste “Beatitudini ad hoc” come stimolo ed invito.
Paola

Beati gli educatori “poveri in spirito”
che, per educare alla fede i ragazzi,
tirano fuori e spendono tutto ciò che Dio ha dato loro: tempo, energie, fantasia…
Beati gli educatori “miti”
che evitano la tentazione delle scorciatoie,
delle minacce, dei ricatti e prediligono la convinzione, il dialogo, la pazienza.
Beati gli educatori “affamati e assetati di giustizia”
che non si rifugiano nel passato ma lottano per
un’educazione alla fede adeguata ai ragazzi di oggi.
Beati gli educatori “misericordiosi” che,
comprendendo le difficoltà dei ragazzi e delle loro famiglie,
non sentenziano ma ricercano soluzioni equilibrate.
Beati gli educatori “operatori di pace”
di quella pace che nasce “dalla spada e dal fuoco”
del Vangelo contro tutto ciò che può danneggiare il cammino dei ragazzi verso la fede.
Beati gli educatori “perseguitati” dal tempo che non basta mai;
da quei bambini che “se non ci fossero” e invece ci sono;
dalla tentazione di lasciare, ma che ricominciano sempre.
Beati gli educatori così!
Avranno un posto bellissimo in cielo.
E in più, la gioia di incontrare “lassù” qualcuno che sta lì
perché anche grazie a loro ha imboccato la strada per arrivarci.

“FARE” GLI EDUCATORI O “ESSERE” EDUCATORI?
Il 10 e 11 gennaio noi educatori acr ci siamo ritrovati per riflettere e approfondire il senso del nostro “essere educatori”.  Per noi questo cammino è iniziato circa 4 anni fa, a 15 anni, quando abbiamo espresso il desiderio di spenderci in questo servizio per i più piccoli. Avevamo frequentato il gruppo acr durante le medie e ci piaceva pensare di poter trasmettere ad altri ragazzi quello che avevamo vissuto.
Per un educatore la formazione è importante: il nostro percorso è iniziato con il “corso educatori”, una serie di incontri serali che ci hanno aiutato a capire meglio cosa significava “educare in parrocchia” e soprattutto ad approfondire il nostro cammino personale di fede.  Alla fine di questi incontri abbiamo fatto le nostre prime esperienze nei campi estivi e poi siamo entrate a far parte dell’équipe acr!
Impegnarsi nel servizio con un gruppo acr significa prendersi cura del prossimo, essere sempre più responsabili nei confronti degli altri, ma prima di tutto esprime il nostro cammino come persone e come cristiani. Il nostro non è “fare”, ma “essere”.  L’educatore trasmette agli altri quello che è, non quello che fa. Per questo portiamo avanti questo servizio, continuando sempre a formare noi stessi.
Questa esperienza ci ha cambiato molto, facendoci maturare nel nostro cammino di fede. Eravamo partite come “spalle”, un aiuto per gli educatori più grandi e più esperti, con la paura di non riuscire nel nostro compito. Ci siamo sentite accompagnate, parte di un gruppo educatori che condivide la nostra esperienza e ora ci sentiamo sempre più sicure nel nostro servizio e con tanta voglia di lasciare qualche cosa nel cuore dei nostri bambini. Con l’aiuto dei nostri educatori adulti e del don, i nostri punti fermi, speriamo di poter proseguire in questo percorso e continuare a trasmettere la gioia di Gesù ai più piccoli!
Margot e Federica

ANCHE GLI EDUCATORI “SI EDUCANO”